Dopo la bocciatura, da parte dei giudici del Consiglio di Stato, della proroga di un anno delle concessioni balneari stabilita dal decreto milleproroghe, arrivano numerose le reazioni dei lavoratori del settore.

Secondo quanto dichiarato dal presidente di Assobalneari-Confindustria Fabrizio Licordari, sarebbe in corso uno «scontro violento tra poteri dello Stato», quello legislativo e quello giudiziario, allo scopo di «delegittimare e umiliare l’azione del parlamento». Intanto, però, i titolari di piccole e medie imprese balneari sono lasciati in uno stato di grande incertezza riguardo al futuro delle concessioni in scadenza il 31 dicembre 2023.

I rappresentanti delle associazioni di categoria sembrano condividere queste perplessità: Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio, dichiara che «non solo è opportuno, ma anche necessario, che il parlamento sollevi la questione di conflitto di attribuzione contro le sentenze del Consiglio di Stato davanti alla Corte costituzionale. Diversamente, il governo e il parlamento saranno stati privati delle proprie esclusive prerogative legislative in materia. In questo paese chi legifera sulle concessioni demaniali, il parlamento o il Consiglio di Stato?».

Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, afferma: «quanto espresso dal Consiglio di Stato sembra un’ulteriore invasione di campo nei confronti del parlamento, che ha il dovere di esprimersi democraticamente sul tema balneare. Le mancate riforme non sono certo colpa delle imprese che chiedono certezze sul loro futuro. In questo momento delicato è importante lasciare lavorare i ministeri competenti sulla mappatura e proseguire sulla strada del confronto con l’Ue per giungere a una riforma seria e condivisa del settore».

Dal mondo della politica emergono dubbi analoghi: il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), infatti, dichiara: «La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende. I giudici già nel 2021 avevano preannunciato che qualsiasi proroga successiva alle concessioni balneari sarebbe stata considerata da loro priva di efficacia. Noi però rivendichiamo la norma introdotta con la conversione in legge del milleproroghe e il diritto del parlamento a legiferare. A maggior ragione dopo questo pronunciamento, invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste». Più infuocata l’opinione di Maurizio Gasparri e Deborah Bergamini di Forza Italia, che sostengono che il Consiglio di Stato ha ribadito con le sue decisioni una scelta errata e basata su presupposti falsi: “Palazzo Spada continua perseverare nell’errore. Le spiagge non sono una risorsa scarsa; le nuove imprese possono trovare spazio sulle coste italiane. Ma per dimostrare questo, sia all’ostinato Consiglio di Stato che alle autorità europee, bisogna procedere immediatamente al monitoraggio – proseguono – Il governo ha il dovere di farlo. Lo prevedono le leggi vigenti, lo prevede anche il decreto milleproroghe».